Indosso le scarpe e inizio a camminare in circolo, inseguendo la mia oscura proiezione nell’ora dell’ombra più corta. Sette ombre per ogni giorno della settimana, sette verità e sette sconfitte. Tre volte sette. Babele è fritta, ma l’equinozio ne pacifica lo smaltimento. I fossi non sembrano fossi, i crateri e i muri scalcinati fanno parte del panorama. In ombra, in attesa dell’ora legale, panacea per la nostra veglia critica; commissari, burattini e spettacoli da circo: Metropolis è qui, adesso. Fritz Lang è mio padre. Cinque compagni vengono uccisi tra Ferentino e Frosinone: il prezzo della verità, di una soltanto. Un velo funebre che non basta mai.